Sono sempre stato di quelli che dice una battuta senza ridere, perché mi piace che la gente si accorga da sola che è una battuta. Se glielo segnalo con il fatto che rido, allora si sente tenuta a ridere per farmi una cortesia. Questo modo di fare le battute senza ridere mi è sempre sembrato gentile, poco invadente, ma con l’anno nuovo ho deciso di cambiare.
Immaginiamo per esempio che nevichi molto. Io dico “è una nevicata coi fiocchi”. Prima l’avrei detto come se stessi facendo un’osservazione qualunque, serissimo, accettando il rischio che i presenti non cogliessero la battuta, e poi la conversazione proseguiva per la sua strada. Da quest’anno, invece, quando dico “nevicata coi fiocchi”, l’accompagno con una bella risata, così che la gente, se non ha capito la battuta, si interroga su questa faccenda dei fiocchi. E una volta che l’ha capita, può darsi che le piaccia la battuta e rida di gusto insieme a me, e questo è un risultato positivo, perché magari altrimenti non si accorgeva e perdeva un’opportunità di divertimento. Oppure la gente la trova una battuta scema o non tanto divertente, ma ride lo stesso perché sto ridendo io, precisamente per farmi la cortesia, o perché il riso è contagioso, o perché ha dedotto dal fatto che rido che è un momento in cui bisogna ridere.
Ho fatto questo proposito perché ho pensato che lo scopo di una battuta non è di fare i quiz di intelligenza alla gente, ma di farla ridere, e se uno ride mentre la dice è il modo più sicuro di raggiungere l’obiettivo.
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